Ortodonzia tradizionale fissa con attacchi Self Ligating
Quando vengono applicate delle forze per ottenere il movimento dentale, un fattore da sempre considerato è l’attrito che si determina fra la superficie dello slot dei brackets e dell’arco. Numerosi studi hanno dimostrato una notevole riduzione della frizione con brackets self-ligating.
Gli attacchi self-ligating sono sistemi che non necessitano di legature, in quanto posseggono, all’interno dell’attacco stesso, un dispositivo meccanico di chiusura dello slot. Sono in grado di assicurare l’arco nello slot senza l’ausilio di legature metalliche o elastiche permettendo all’arco stesso di scorrere liberamente all’interno dello slot, sono continuamente attivate e ciò permette un maggior lasso di tempo tra una visita e quella successiva.
Diversi studi concordono nell’affermare che gli autoleganti paragonati ai brackets convenzionali esibiscono performace superiori in termini di bassa frizione, riduzione di tempi alla poltrona e maggior confort per il paziente.
Originariamente questi brackets furono ideati per ridurre l’uso di legature. Tuttavia, un vantaggio imprevisto di questi sistemi è stato la loro bassa resistenza frizionale
Possono essere classificati in relazione al sistema di chiusura in due gruppi: self-ligating passivi e attivi I self-ligating passivi sono provvisti di un meccanismo passivo che, trasformando lo slot in un tubo assicura l’arco nel suo interno. In questi non c’è alcuna forza che spinge l’arco contro la base dello slot. I self-ligating attivi sono provvisti di uno sportello flessibile che, oltre ad assicurare l’arco nello slot, interagisce con questo fornendo le forze correttive che permettendo la completa espressione delle informazioni contenute nell’attacco. In questi il dispositivo meccanico a molla esercita una forza compressiva sugli archi.
L’utilizzo ragionato di queste nuove apparecchiature in combinazione ad archi leggeri e prescrizioni modificate è in grado di migliorare l’efficacia e l’efficienza del trattamento ortodontico fisso. Le apparecchiature self-ligating permettono di ridurre il tempo necessario a sostituire archi ma soprattutto sono in grado di ridurre il tempo totale di un trattamento garantendo contemporaneamente un preciso controllo tridimensionale della posizione degli elementi dentali e favorendo la risoluzione degli affollamenti senza ricorre ad estrazioni. Tutto ciò nel pieno rispetto delle strutture parodontali grazie all’applicazione di forze leggere che evitando fenomeni di ializzazione e agiscono con sinergia con le componenti muscolari dell’apparato stomatognatico.
Originariamente questi attacchi furono ideati per ridurre l’uso di legature. Tuttavia, un vantaggio imprevisto di questi sistemi è stata la loro bassa resistenza frizionale. Negli ultimi anni buona parte della letteratura internazionale ortodontica si è concentrata sullo studio della frizione nelle meccaniche straigt-wire.
www.pubmed.com fricyion/self-ligating
CENNI STORICI
La prima apparecchiature self-ligating, l’attacco Russell , venne ideata e sviluppata agli inizi degli anni ’30 dal Dr Jacob Stolzenberg. Intorno agli anni ’70 vennero proposto nuovi attacchi self-ligating, come il Mobil-Lock e l’ Edgelock(Widman 1972), Speed (Hanson 1980), Activia 1986) e i Time Brackets (American Orthodontics). Altri esempi piu’ recenti sono rappresentati dagli attacchi ideati da Damon (SL11996, SL2 2000, Ormco, gli In-Ovation bracket, rinominati In -Ovation-R nel 2003 (GAC) e infine gli Smartclip (3M) . La popolarità delle apparechiature self-ligating si deve invece all’introduzione sul mercato nei primi anni ’90 di due attacchi, lo Speed (attacco self-ligating attivo) e il Damon (1996), (attacco self-ligating passivo).
VANTAGGI DELLE APPARECCHIATURE SELF-LIGATING
Il principale vantaggio, in termini biomeccanici, di un’apparecchiatura self-ligating è la riduzione della frizione. La riduzione della frizione permette l’applicazione di forze leggere rispetto a quelle utilizzate nelle meccaniche tradizionali. La forza applicata viene trasmessa direttamente all’elemento dentario. Nelle meccaniche tradizionali, invece, parte della forza applicata viene dissipata per vincere la frizione.
Le proprietà frizionali di un sistema autolegante dipendono dal suo design. Quando il filo contatta le pareti dello slot e il sistema di chiusura dello slot, sia esso a clip o a sportellino, si determina una certa resistenza allo scorrimento determinata dalla forza di legame del sistema slot/chiusura sull’arco. Quando vi è uno spazio tra arco e slot sono i materiali che costituiscono il sistema arco-bracket a determinare il coefficiente di frizione che mette in relazione la forza frizionale alla forza di legame. Nella configurazione passiva solo la frizione classica contribuisce alla resistenza allo scorrimento.
In ortodonzia la resistenza allo scorrimento può definirsi come l’opposizione al movimento incontrata dal filo nello scorrimento attraverso l’attacco o viceversa.Tipicamente essa viene presa in considerazione durante i movimenti di tipping (II ordine), rotazione (I ordine), torque (III ordine) ed è data dalla somma di tre componenti: frizione classica, binding e notching. Quando un oggetto in movimento è in contatto con un altro, la frizione all’interfaccia si oppone al movimento.In Ortodonzia, quando vengono applicate delle forze per ottenere un movimento dentale, un fattore fondamentale da considerare è l’attrito che si determina fra la superficie dello slot dei brackets e l’arco.
Bracket
- tipo (convenzionale o autoleganti)
- materiale (acciaio, ceramica ecc)
- forma e dimensioni dello slot
Filo
- materiale
- caratteristiche di superficie
- dimensioni
- tipo di legatura
- angolo slot arco
- presenza – assenza di liquidi lubrificanti
Bibliografia Consigliata
[Stolzenberg J.The Russel attachment and its improved advages.Int J Orthod Child 1935;21:837-840.] [Widman AJ, Hice Tl, Lang HM, Lee IF, Strauch ECJr. Round Table: the Edgelock bracket. J Clinic. Orthod. 1972;6:613-623] [Damon DH. The Damon low- friction bracket: A biologically comparibile Straight-Wire system. J Clinic. Orthod.1998;32:670-680] [Read-Ward GE, Jones SP, Davies EH. A comparison of self-ligating and conventional orthodonitic bracket systems. Br J Orthod. 1997;24(4):309-17] [Thorstenson GA, Kusy RP. Comparison of resistance to sliding between different sel-ligating bracket with second-order angulation in dry and saliva states. Am J Orthod Dentofacial Orthop. 202;121(5):472-82] [Berger JL. Byloff FK. The Clinical Efficiency of Self-ligated Brackets. J Clin. Orthod 2001;35(5):304-308] [Rucker BK, Kusy RP. Resistance to sliding of stainless steel multistrand archwires and comparison with single-stranded levelling wires. Am J Orthod Dentof Orthop 2002;122:73-83] [Baccetti T. Franchi L. Friction produced by different types of elastomeric ligatures in treatment mecchanics with the preadjustated appliance. Angle Orthod 2006;76:211-6] [Fortini A, Lupoli M. Cacciafesta V. A new low-friction ligation system J Clin Orthod 2005;39:464-70] [Baccetti T, Franchi l, Fortini A. Orthodontic treatment with preadjiusted appliance and low-friction ligatures. Experimental evidance and clinical observations. World J Orthod in press.] [Glenys A. Thorsteson RP, Kusy, et ” Comparison of resistance to sliding between different sel ligating brackets with second-order angulation in dry and saliva states”]. [Cacciafesta V, MF Sfondrini, et” Evolution of friction of conventional and metal-insert ceramic brackets in variuos brackets-archwires combination”. Am J Orthod.2003 Oct, 124(4) 403-409]. [JC Voudourius ” interactive edgewise mechanism: form and fuction comparison with conventional brackets. Am J Orthod.19 97 Feb, 111(2) 119-140]. [RP Kusy JQ. Whitley.” Effects of sliding velocity on the coefficents of friction in model orthodontics system” Dent. Materials 1989 Jul, 5(4) 235-240]. [VG Stannard, JM Gau, MA Hanna.” Comparative friction of Orthodontic wires under dry and wet conditions” Am J Orthod.1986 June, 89(6)].
