L ‘incidenza di patologie di interesse odontoiatrico, in età adulta, nonostante gli indubbi miglioramenti ottenuti in termini di salute generale, permane elevata.Ben conosciuta è l’eziologia, la patogenesi, l’evoluzione delle patologie cariose e parodontali ed il fatto che la prevenzione rappresenta una misura fondamentale in termini di efficacia e favorevole rapporto costo-benefici.Inoltre, in considerazione del fatto che diversi fattori di rischio per le malattie del cavo orale (batteri, dieta non adeguata, fumo, abitudini di vita scorretti) sono comuni ad altre malattie cronico-degenerative, qualsiasi misura di prevenzione messa in atto va considerata come misura più ampia di promozione della salute globale dell’individuo.
Per capire quali siano gli alimenti consentiti e quelli da consumare con moderazione occorre innanzitutto aver ben presente il meccanismo di formazione della carie: i batteri vivono in colonie situate sulla parete esterna dei denti,formando la cosiddetta placca batterica. Come tutti gli organismi viventi anche i batteri hanno bisogno di cibo per sopravvivere. Per questo motivo trovano terreno fertile nei residui alimentari che rimangono tra i denti.In particolare le sostanze nutritive preferite dai batteri sono gli zuccheri che vengono utilizzati e trasformati in acido lattico, un prodotto di rifiuto in grado di intaccare lo smalto dentale e causare la carie. Gli alimenti zuccherini hanno pertanto un ruolo determinante nella formazione della carie.
Carboidrati – La fermentazione dei carboidrati da parte dei batteri cariogeni comporta la formazione di metaboliti acidi che portano alla demineralizzazione della componente inorganica dello smalto (inizialmente reversibile) e della dentina;successivamente, per la produzione di enzimi proteolitici (es. aminopeptidasi) si ha la disgregazione della componente organica dei tessuti sopra citati.Dieta – Numerosi studi clinico-epidemiologici hanno messo in relazione il consumo di zuccheri fermentabili con l’alta incidenza della carie. Gli zuccheri dotati di cariogenicità sono: il saccarosio, il glucosio,il maltosio, il lattosio, il fruttosio (Karjalainen, 2007). L’elemento più importante nella genesi della patologia è la frequenza con cui i carboidrati vengono assunti, e non la dose complessivamente assunta.
Il fumo come agisce sulla salute della bocca? E l’alcol?
È noto che alcune condizioni o abitudini,modificabili o meno,costituiscono importanti fattori di rischio per la malattia parodontale. Il fumo, ad esempio, aumenta il rischio da 2,5 a 7,3 volte e la risposta alle terapie è minore nei fumatori,dato che, oltre a promuovere la crescita dei patogeni , incide sulla risposta dell’ospite e, in particolare, sulla regolazione proteolitica. I danni che la dipendenza da nicotina causa alla nostra bocca sono molteplici e implicano alterazioni innocue ma anche alterazioni potenzialmente letali. Nell’interesse della salute dei denti, la SSO consiglia quindi di rinunciare al fumo.secondo una pubblicazione della Società Svizzera di Odontoiatria:”Il fumo danneggia le mucose del cavo orale, l’osso alveolare e i denti. I danni ai denti variano da una predisposizione nettamente maggiore alle gengiviti a una retrazione cronica o aggressiva delle gengive (parodontite). Di conseguenza, a lungo termine, i fumatori corrono rischi nettamente più elevati di perdere i denti rispetto ai non fumatori. Le principali sostanze tossiche sono gli idrocarburi aromatici e le N-nitrosamine (le cosiddette nitrosamine del tabacco o TSNA, tobacco specific nitrosamines), che vengono assorbite tramite le mucose orali e aumentano nettamente il rischio che un fumatore contragga un tumore del cavo orale, della faringe o della laringe. Il fumo agevola l’insorgere delle cosiddette tasche gengivali, indebolisce l’osso alveolare e favorisce la formazione della placca e della carie, soprattutto quella radicolare, in caso di colletti scoperti. Particolarmente dannosa è inoltre la combinazione di tabacco e alcol: un consumo cronico di bevande alcoliche rende le mucose più permeabili alle componenti cancerogene del tabacco. Chi abusa di tabacco ed alcolici corre un rischio da cinque a sei volte maggiore di sviluppare un tumore del cavo orale o della faringe rispetto ai non fumatori o alle persone astemie. Per gli uomini, inoltre, questo rischio è da dieci a quindici volte maggiore rispetto alle donne. In Svizzera sono circa 1’000 le persone che ogni anno si ammalano di tumore del cavo orale o della faringe (carcinoma orofaringeo). Circa 400 di esse muoiono nei cinque anni successivi alla diagnosi, soprattutto perché i tumori della lingua, del palato o della mascella vengono spesso scoperti troppo tardi. La SSO raccomanda quindi a tutti i fumatori di farsi controllare regolarmente dal proprio medico dentista. Oltre a far aumentare le spese per le cure odontoiatriche, le sigarette peggiorano il decorso del trattamento: in caso di estrazione di un dente, per esempio, in un fumatore la ferita guarisce più lentamente che in un non fumatore. Frequenti sono inoltre le complicazioni, soprattutto nel mascellare superiore, successive all’inserimento di un impianto: per esempio le infiammazioni del tessuto circostante l’impianto (perimplantite) o l’allentamento dell’impianto stesso. Nell’implantologia gli insuccessi sono nettamente maggiori tra i fumatori che tra i non fumatori. Ciononostante, la probabilità di successo aumenta se il paziente smette di fumare. Chi fuma parecchio avrà inoltre denti macchiati, alterazioni dell’olfatto e del gusto ed un rischio elevato di micosi nel cavo orale. La Società Svizzera di Odontologia e stomatologia SSO invita quindi i fumatori a rinunciare a sigarette, sigari e pipa: in tal modo è possibile evitare molte affezioni dentali, migliorare la salute orale e, in determinati casi, giungere ad un ristabilimento totale.
Secondo la OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), i tumori del cavo orale, assieme a quelli del laringe e della faringe rappresentano il dieci per cento di tutte le neoplasie maligne che colpiscono gli uomini ed il quattro per cento di quelle che coinvolgono il sesso femminile. Ogni anno, sono circa tremila i decessi correlati al cancro del cavo orale e circa quattromilacinquecento i nuovi casi oncologici diagnosticati. Negli ultimi anni, comunque,si è notata una riduzione delle malattie oncologiche orali legate all’alcool ed al tabacco da fumo, ma questi fattori restano comunque patogeni e sono una causa frequente anche di altri tumori nei distretti anatomici vicini: la gola, l’esofago, le vie respiratorie, etc. Anche la scarsa igiene orale, la masticazione del tabacco,l’abitudine di assumere cibi molto caldi e piccanti e bevande particolarmente calde, le alterazioni delle strutture protesiche, conservative o dentali, rappresentano fattori traumatici o infiammatori reiterati nel tempo, quindi potenzialmente oncogeni. Nel caso in cui coesistano ricostruzioni dentali inadeguate, ovvero riabilitazioni protesiche fratturate o traumatizzanti sulle mucose orali,esse vanno subito rimosse e sostituite con delle nuove riabilitazioni non traumatiche.